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Oltre la disabilità: il Centro Estivo Inclusivo come risorsa per la comunità

  • eventi59
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 5 min

Si è conclusa con successo la conferenza pubblica della Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS a Torino, presentando i risultati del Centro Estivo Inclusivo 2025, linea d’intervento del programma “La Cultura che Cura©”. L'evento, "Oltre la disabilità. Voci e visioni per il futuro", ha messo in luce il valore di un progetto che propone un nuovo approccio all'inclusione dei minori con disabilità e al sostegno delle loro famiglie.


La voce delle istituzioni e il tema dell'inclusione


Ad aprire i lavori è stato il Presidente della Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS, Carlo Majorino. Nel suo intervento, il Presidente ha definito il Centro Estivo Inclusivo l'espressione di un "cambio di paradigma" nella gestione della disabilità giovanile. Majorino ha posto l'accento sulla necessità di garantire dignità a ogni minore, sottolineando che il progetto è una risposta concreta che offre un sostegno alle famiglie.


L'Assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino, Carlotta Salerno, e il Coordinatore della Commissione Cultura, Istruzione, Welfare, Territorio e Giovani della Fondazione CRT, Giampiero Leo, sono intervenuti evidenziando la serietà e l'importanza del lavoro svolto.


L'Assessora Salerno ha ribadito che l’inclusione non è un gesto generico, bensì un "abito cucito su misura" per la singola persona. Il progetto, realizzato dalla Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS in collaborazione con Anffas Torino, è stato descritto come una "dimensione di bellezza, di eccellenza e di rispetto".


Giampiero Leo ha ricordato il sostegno concreto della Fondazione CRT al Centro Estivo Inclusivo, definendolo un "modello per il futuro" che educa i ragazzi normodotati a supportare il soggetto fragile, sperimentando la convivenza.


Il radicamento territoriale è stato evidenziato da Chantal Balbo di Vinadio, Coordinatrice IV Commissione della Circoscrizione 1 che ha sottolineato il valore della sinergia con le amministrazioni locali per l’efficacia delle politiche di inclusione nei quartieri.


Infine, Giancarlo D'Errico, Presidente di Anffas Torino, ha rimarcato l'importanza della collaborazione tra la Fondazione e le associazioni di familiari di persone con disabilità, come Anffas. Ha evidenziato che solo attraverso un'azione congiunta e una rete solidale è possibile rispondere in modo efficace e continuativo ai bisogni delle famiglie, trasformando l'inclusione da eccezione a regola.


L’efficacia del modello: i dati e i 5 pilastri


A entrare nel merito della metodologia e dei risultati raggiunti sono state Paola Casacci, Direttore della Fondazione e Giulia Ricci, Psicologa e Coordinatrice del Centro Estivo Inclusivo.


Hanno evidenziato che nell’edizione 2025 del Centro Estivo Inclusivo, la percentuale di minori con disabilità sul totale degli iscritti ha raggiunto il 23%. Un dato significativo, che riflette la fiducia delle famiglie e conferma l’efficacia dell’approccio adottato. Il progetto, che persegue gli obiettivi di Sviluppo dell'Agenda ONU 2030, ha offerto non solo attività ludiche, culturali e sportive, ma anche un aiuto essenziale per le famiglie, spesso lasciate sole.


Perché funziona: i 5 ingredienti del modello


Il Centro Estivo Inclusivo si basa su un modello metodologico solido e replicabile, fondato su cinque pilastri chiave:


1. Continuità educativa: avere lo stesso educatore di riferimento e operare in ambienti conosciuti riduce l'ansia e la resistenza, consentendo al minore di concentrarsi sull'interazione e sull'apprendimento, anziché sull'adattamento continuo. La Fondazione ha adottato un modello di presa in carico che prevede l'inserimento dei minori in continuità con i percorsi educativi scolastici e familiari. Questo significa che il programma estivo non è una parentesi isolata, ma si integra e rafforza il Piano Educativo Individualizzato (PEI) già in atto.


2. Socializzazione: l'approccio evita la creazione di "bolle separate", favorendo l'interazione costante. Per i minori con disabilità la socializzazione con i coetanei favorisce il miglioramento di abilità chiave come la comunicazione, le autonomie personali e la regolazione emotiva. Per i ragazzi normodotati, si sviluppano contestualmente empatia, resilienza, creatività e problem-solving.


3. Struttura flessibile: la routine chiara e ben definita si alterna a “pause competenti” che permettono di regolare la giornata in base ai bisogni specifici di ciascun partecipante, garantendo benessere e attenzione al singolo individuo.


4. Talenti come leva: far emergere le passioni individuali di ogni bambinə (come ad esempio i laboratori musicali, fotografici e le attività sportive) genera motivazione eautostima per tuttə.


5. Relazione con le famiglie: l'approccio si basa su ascolto, dignità e corresponsabilità educativa, trasformando i genitori da semplici utenti, in partner attivi del progetto.Questo avviene attraverso la condivisione di tutti i passaggi chiave del percorso, dai colloqui iniziali alla restituzione finale, permettendo ai genitori di contribuire con la propria conoscenza del figlio alla realizzazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI).


La comunità come forza generativa di speranza e inclusione


Silvio Magliano, Presidente Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio Regionale, ha definito il modello una buona prassi che le istituzioni dovrebbero sostenere e adottare come policy, dimostrando che è "possibile fare". Magliano ha insistito sul sostegno cruciale fornito alle famiglie contro l'"angoscia" estiva, garantendo la continuità educativa e trasformando la comunità in una forza "generativa di speranza." Infine ha ribadito la necessità di una visione di cura "Durante Noi" per la persona, concludendo l'intervento con un messaggio sul valore della diversità come opportunità per i ragazzi di "vivere" e costruire una "strada comune".


Ha confermato questa visione anche Ivan Raimondi, Referente per la Pastorale della Salute della Diocesi di Torino e Coordinatore del Tavolo Diocesano per la Pastorale della Disabilità, che ha sottolineato il ruolo cruciale della comunità nel superare la solitudine e come l'inclusione sia il luogo dove la comunità si fa prossima, ribadendo la necessità di non sostituirsi alla persona con disabilità, ma di accompagnarla con discrezione e saggezza, valorizzando le sue capacità e aspirazioni.


Prossimi passi: sostegno alle famiglie e ampliamento della rete territoriale


Alla luce di quanto emerso in conferenza, e riconoscendo l'importanza del supporto continuo ai caregiver, Paola Casacci, Direttore della Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS, annuncia importanti impegni per il 2026:


1. Attivazione dello sportello di ascolto per caregiver: verrà strutturato uno sportello dedicato per offrire accoglienza e orientamento, rispondendo a un bisogno emerso dal confronto con le famiglie.


2. Ampliare la rete territoriale: la Fondazione si impegna a consolidare e ampliare la rete di collaborazione con istituzioni culturali e sociali del territorio (musei, enti, diocesi, fondazioni), per garantire sempre maggiore accessibilità e sostenibilità ai servizi per i minori con disabilità.


A testimonianza della volontà di ampliare il modello di rete e l'impegno verso l'inclusione, sono intervenute le rappresentanti di alcuni poli culturali torinesi, confermando la loro collaborazione come parte integrante del successo del Centro Estivo:

Annamaria Cilento, Referente Progetti Accessibilità Culturale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo;

Anna Giuliano, Responsabile dei Servizi Educativi della Reggia di Venaria;

Beatrice Cagliero, Direttore di Choco-Story, Museo del Cioccolato e del Gianduja di Torino.


Le loro relazioni hanno ribadito l'intenzione dei rispettivi enti museali di rinnovare e ampliare la collaborazione con il Centro Estivo Inclusivo. Questa sinergia è cruciale per dimostrare che la cultura è strumento di coesione sociale e parte attiva nella cura e nell'educazione, offrendo ai minori con disabilità esperienze di apprendimento e partecipazione in ambienti stimolanti e accessibili.


Un progetto che continua a crescere, dimostrando che investire in inclusione significa investire nel futuro di un'intera comunità.


Progetto in collaborazione con Anffas Torino, con il sostegno di Fondazione CRT e con il contributo di Circoscrizione 1 e Circoscrizione 8 di Torino.


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